Le fratture da stress nei tersicorei

27.02.2014 15:58

Le fratture da stress nei tersicorei


Le fratture da stress nei tersicorei         Le gambe dei tersicorei: le fratture da stress.        Gli arti inferiori rappresentano il fulcro espressivo della danza, lavorati         e plasmati per la danza e dalla danza stessa. Il continuo lavoro alla         sbarra fortifica la muscolatura e l'atteggiamento di piede, caviglia,         ginocchio e bacino. La schiena resterà allineata e decisa mentre le gambe       lavorano.

I ballerini e le ballerine talora si lamento di dolori alle         gambe legati proprio alla pratica intensa della danza, dolori che spesso         sono secondari a processi infiammatori di tendini, muscoli ovvero a unità         capsulo-legamentose.


 
        Spesso infatti il lavoro muscolare eccessivo, unito a errori tecnici         (scarso controllo della caviglia, mancato controllo del bacino, ecc) e         a problematiche ambientali (scarpe non adatte, suolo troppo rigido, temperatura         delle sale) predispongono a lesioni o a veri e propri traumi.

In questa pagina si discuterà di una patologia relativamente rara ma         alquanto invalidante per la professione del ballerino/a, spesso misconosciuta         o addirittura ignorata: le fratture da stress. La gamba del ballerino         apparentemente non dimostra segni di infiammazione (non si osservano tumefazioni,         non ci sono arrossamenti), eppure egli lamenta, da mesi, dolore sul profilo         anteriore della gamba. Poiché il dolore è riferito proprio sul profilo         osseo della tibia, abbiamo deciso di eseguire approfondimenti radiografici.         Come si vede, è presente un difetto osseo tipico: la frattura da stress.          Ma allora, cos'è la frattura da stress, come viene diagnosticata         e, soprattutto, trattata? La frattura da stress è una patologia         relativamente poco frequente, di solito sono colpiti gli atleti di alto         livello e le reclute militari.

Questo particolare tipo           di fratture è dovuto a carichi ripetuti, eccessivi,            submassimali, capaci di provocare uno squilibrio tra           due processi fisiologici dell'osso: il riassorbimento e la neoformazione           ossea, con predominio del riassorbimento. Spesso accade che il ballerino/a           debba incrementare il carico di lavoro (ore di lezione, numero di lezioni           settimanali, maggior richiesta fisica...) in maniera brusca, senza adeguati           periodi di riposo. Nei ballerini, inoltre, sono particolarmente importanti           altri due fattori: la conformazione corporea e il tipo             di danza.

A nostro avviso, le fratture da stress della tibia si verificano           più di frequente nelle ballerine con poco collo piede o con un importante           genu recurvato (ginocchio iperesteso), e spesso sono dovute alla pratica           intensa delle punte. Nei maschi, invece, la frattura da stress è dovuta           a uno squilibrio muscolare tra la muscolatura anteriore e posteriore dell'arto           inferiore e, tecnicamente, alla pratica ripetitiva e intensa dei salti,           soprattutto se eseguiti su terreni che ammortizzano poco l'atterraggio.         

La danza classica praticata a livello agonista, inoltre, spesso impone           uno stretto regime alimentare, e questo è un ennesimo           fattore di rischio per lo sviluppo di fratture da stress.           La perdita di peso troppo rapida, gli squilibri ormonali, l'amenorrea,           sono tutti fattori che incorrono nel determinare un indebolimento dell'osso           e, a lungo andare, facilitano l'insorgenza di fratture da stress.

Clinicamente,           le fratture da stress provocano, all'inizio, dolore generalizzato al livello           dell'area, e progressivamente esso su focalizza in una sola regione. Il           dolore può disturbare per settimane intere, e solo un'attenta anamnesi,           una visita medica volta alla ricerca di particolari "stigmante" (ginocchio           recurvato, lassità del collo piede, trofismo della muscolatura,...) e una           meticolosa analisi del gesto atletico, può indirizzare alla diagnosi.           La radiografia può essere negativa dopo 2-3 settimane dall'insorgenza           della patologia, per questo è talora indicato attendere o eseguire indagini           di secondo livello: TAC o RMN.
          La corretta terapia delle fratture da stress è controversa.           Di certo occorre modificare il gesto atletico, rieducare alla corretta           esecuzione tecnica, e prestare un adeguato periodo di riposo. Talora è           indicato assumerne integratori di vitamina D e calcio, ma questo non viene           accettato da tutti gli Autori. Per far guarire le fratture, oltre al riposo,           è indicato sottoporsi a sedute di terapia fisica strumentale. Nella nostra           esperienza abbiamo sperimentato la magnetoterapia, gli ultrasuoni e le           onde d'urto. Solo queste ultime si sono dimostrate effettivamente efficaci           nel far risanare le lesioni, sebbene non tutti gli Autori ci diano conferma           dell'utilità del loro utilizzo.

Nonostante le terapie con onde d'urto           siano relativamente lunghe, il ballerino/a riesce a tornare all'attività           in un tempo ragionevole. La sola astensione dall'attività fisica e, nello           specifico, della danza, non permetterebbe infatti una rapida guarigione.           Nella letteratura si trova descrizione di diverse tecniche chirurgiche           per stimolare la riformazione ossea nel sito di frattura, ma a nostro           avviso esse sono indicate solo una stretta minoranza di casi. La terapia           conservativa ci ha finora dato ottimi risultati, e pertanto preferiamo           continuare a seguire questo nostra linea di pensiero.


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